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La promozione dell'acqua di acquedotto: il caso di Acquanegra PDF Stampa E-mail
Giovedì 18 Settembre 2008 11:52
Le questioni idriche sono legate a quelle energetiche in molti modi. Un punto di saldatura importante fra i due temi è quello relativo all’abuso di acqua minerale che si fa nel nostro paese e che produce rilevanti esternalità negative dovute alla produzione e allo smaltimento delle bottiglie (per lo più di plastica) e al trasporto del prodotto.

Tante le amministrazioni che in questi anni si sono mosse su questo tema per educare i cittadini al consumo dell’acqua di rubinetto, che non ha nulla da invidiare a quella in bottiglia, essendo dal punto di vista igenico-sanitario a volte anche migliore.

Una delle prime realtà a muoversi in questa direzione è stata il piccolo Comune di Acquanegra (1.500 abitanti) nel cremonese, che già nel 2005 ha varato il progetto “chiare, fresche e dolci acque… del rubinetto”.

“Il punto di partenza è stato – racconta Luciano Lanfredi, Sindaco di Acquanegra – la scadenza del 2008 che obbliga i Comuni a coprire con i soldi pagati dai cittadini per la tassa rifiuti il 100% delle spese sostenute per la raccolta e lo smaltimento degli stessi, contro il 70% della copertura attuale, il che significa in pratica aumentare del 30% la tassa rifiuti.”

“A questo punto – continua il Sindaco – ci siamo posti due priorità: produrre meno rifiuti e differenziare il più possibile, dal momento che se riusciamo a stare al di sotto dei 180 Kg di rifiuti indifferenziati smaltiti per ogni abitante sono previsti degli sconti sulle tariffe che il Comune deve pagare. Per ridurre la produzione di rifiuti di plastica abbiamo pensato ad un progetto che abbiamo chiamato appunto “Chiare, fresche e dolci acque … del rubinetto”. Dopo aver distribuito un foglio informativo in tutte le case in cui venivano spiegati i vantaggi ambientali ed economici derivanti dall'utilizzo dell'acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia organizzammo un incontro pubblico con la responsabile del laboratorio della ditta che gestisce la rete idrica, durante il quale furono raffrontate le caratteristiche chimiche di alcune acque minerali in commercio con quelle dell'acqua prelevata all'uscita del rubinetto di un'abitazione privata. In quell’occasione furono anche presentate le analisi chimiche della stessa acqua del rubinetto dopo un trattamento di filtrazione con una apposita brocca.”

Per convincere sempre più famiglie ad utilizzare l'acqua del rubinetto, l’iniziativa – ancora attiva e anzi rifinanziata di recente – prevede un intervento del Comune in due forme: la prima consiste nella fornitura in comodato gratuito ai cittadini che ne fanno richiesta, e che hanno preventivamente acquistato un set di 3 filtri, di brocche filtranti; la seconda nel rimborso di una parte del costo per l'installazione di un filtro a struttura composita, conforme ai requisiti di legge, da applicare sotto il lavello.

“Od oggi i risultati sono incoraggianti – conclude Lanfredi – circa il 10% delle 500 famiglie del Comune ha aderito all'iniziativa, la maggior parte scegliendo la brocca. Se ipotizziamo un consumo medio di 1.5 litri al giorno per famiglia, è possibile stimare che in questi tre anni siano state “risparmiate” circa 55.000 bottiglie di plastica.”

Anche le scuole comunali sono state coinvolte in una seconda fase del progetto, dapprima formando le maestre sui vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’acqua del rubinetto e sulle garanzie di salubrità dell’acqua filtrata e successivamente installando nelle due mense scolastiche i filtri a struttura composita. L’ultimo intervento riguarda invece il campo sportivo del paese, passato dall’irrigazione con acqua potabile da acquedotto ad un’irrigazione con acqua da pozzo.

L’esperienza di Acquanegra non è isolata, anzi, sta in qualche modo facendo scuola. “Già quando siamo partiti – dichiara il Sindaco – e anche recentemente dopo che la nostra esperienza è stata ripresa sul blog di Beppe Grillo, sono state tante le amministrazioni che ci hanno contattato per chiederci informazioni per attivare progetti simili sui loro territori”. Confidiamo quindi di assistere nel prossimo futuro al moltiplicarsi di iniziative simili.