La gestione della crisi idrica, intervista a Bernardo De Bernardinis |
Lunedì 26 Novembre 2007 10:48 |
Bernardo De Bernanrdinis è Responsabile dell’Ufficio Emergenze del Dipartimento Nazionale Protezione Civile e Commissario all’Emergenza Idrica per fronteggiare la recente crisi idrica verificatasi nelle regioni del nord e del centro Italia. Ci porta la sua esperienza nella gestione di un'emergenza che rischia di diventare sempre più un dato strutturale. Ci può disegnare un quadro della situazione attuale a fronte dell'ordinanza che ha decretato lo stato di emergenza idrica per le regioni del nord e del centro Italia? È corretto parlare di siccità non più come evento episodico, ma come fenomeno ordinario? Esistono delle aree particolarmente a rischio? Nelle Regioni centrali invece allo stato attuale particolare attenzione va riservata al settore idropotabile, le cui principali fonti di approvvigionamento sono i sistemi sorgentizi e di emungimento delle falde. Tale settore ha presentato nella passata stagione una crisi latente e diffusa, apparentemente non così grave come negli altri settori, anche per le azioni e gli interventi programmati dalle singole Regioni durante le precedenti crisi con il sostegno delle Autorità d'ambito e dei gestori del Sistema Idrico Integrato, che tuttavia si è venuta manifestando lentamente ma con criticità sempre crescente, in particolare nelle Regioni Emilia Romagna, Marche e Lazio, ed attualmente, con il protrarsi del deficit precipitativo, comincia ad interessare i sistemi abruzzesi, molisani ed appulo-lucani. Le crisi che si sono verifìcate negli ultimi anni nel bacino del Po (2003, 2005; 2006 e 2007) sono state innescate dalla scarsità di precipitazioni registrate, ma hanno cause che vanno ricercate nel non corretto uso della risorsa idrica nei vari settori, e per questo possono ripetersi con maggiore frequenza. Le attività si è sviluppata anche attraverso l'emanazione di 26 decreti commissariali che hanno riguardato in gran parte la regolazione delle risorse idriche (22 decreti), nonché la costituzione di organi di supporto tecnico alle attività commissariali, quali la cabina tecnica di regia del nume Po, il Gruppo tecnico di coordinamento e la struttura commissariale. Inoltre sono state prorogate le misure di salvaguardia relative alle risorse idriche per l'arca del bacino del fiume Tevere tra Castel Giubileo e la foce. Inoltre è stata predisposta e condivisa una metodologia comune che rassegna ed avvia tempestivamente tutti gli interventi strettamente emergenziali e temporanei, quindi espone e propone gli interventi ritenuti prioritari e coerenti con le pianificazioni di bacino e di ambito territoriale integrato, sia relativamente all'uso idropotabile ed irriguo che energetico e distingue gli interventi già finanziati e cantierabili, da quelli pur presentì nella programmazione regionale che tuttavia non hanno ancora trovato adeguata copertura finanziaria o completato il loro percorso verso la cantierabilità. Il modello di gestione rappresentato dalle cabine di regia non solo è ripetibile al di fuori del territorio padano ma è già stato esteso a tutto il territorio interessato dall'emergenza e sono state costituite ed insediate le cabine di regia delle Regioni Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche. Toscana e Lazio. Quali sono gli scenari che potrebbero delinearsi in caso di forte stress idrico nel territorio nazionale, quali sono gli strumenti della Protezione civile per fronteggiarli e quali interventi strutturali e non intende promuovere o promuoverà? Il Centro Funzionale del Dipartimento della protezione civile, in collaborazione con le Regioni e le Autorità di bacino, effettua di continuo il monitoraggio dei dati idropluviometrici e delle disponibilità idriche a livello nazionale, al fine di evidenziare i contesti territoriali caratterizzati dalle criticità più rilevanti. In particolare per quanto riguarda il settore irriguo il Commissario delegato, al fine di definire le misure da adottarsi nel periodo irriguo al fine di evitare il ripetersi di emergenze, riconosciuta la provincia di Mantova come area modello, ha proposto l'istituzione di un Gruppo di lavoro tecnico tra Provincia, Associazioni di categoria degli Agricoltori, Consorzi, AIPO, Regione, Parco del Mincio e Ministero delle politiche agricole (AGEA) al fine di predisporre tre scenari di riferimento (uno pessimistico, tipo 2007, uno medio, tipo 2005, e uno normale) rispetto ai quali programmare le modalità di erogazione della risorsa idrica. A tal fine è stata predisposta una sezione dedicata del sito Internet del Dipartimento, dalla quale è possibile scaricare notizie ed aggiornamenti sull'evoluzione della situazione idrica. In particolare; è possibile scaricare le informative, raccolte ed organizzate per data, che riportano la situazione idrologica in Italia e le attività di gestione della crisi idrica. Inoltre è stato predisposto uno spot televisivo che evidenzia uno degli aspetti principali delle crisi idriche cioè la conflittualità tra i diversi usi, irriguo, industriale, energetico. |