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La Regione Veneto avvia azioni per il risparmio idrico nel bacino del Piave PDF Stampa E-mail
Venerdì 04 Maggio 2007 02:00
E’ finalizzato al risparmio idrico nel bacino del fiume Piave la delibera approvata dalla Giunta regionale e con la quale viene dato incarico alla Direzione Difesa del Suolo di avviare le opportune consultazioni per verificare le modalità con cui ottenere una riduzione delle competenze irrigue, nonché per individuarne il periodo di applicazione. Le risorse idriche del bacino idrografico del fiume Piave sono soggette ad una condizione di accentuato sfruttamento e questa condizione è diventata sempre più evidente in questi ultimi decenni, determinando gravi conflittualità tra gli stessi soggetti utilizzatori dell’acqua. Nello specifico, la delibera prevede che venga definita una percentuale di riduzione dei prelievi irrigui rispetto a quelli che attualmente i Consorzi di Bonifica operano dal Piave, al fine di ottenere un risparmio di acqua. I Consorzi dovranno quindi organizzare ed ottimizzare la gestione della risorsa idrica nella distribuzione agli utenti, evitando sprechi ed inefficienze e contenendo i consumi, in modo da riuscire ad operare anche con la minore disponibilità idrica. “Si tratta – chiarisce l’Assessore regionale alle Politiche per l’Ambiente – di ripetere un’iniziativa già assunta l’anno scorso, riducendo i prelievi dal Piave per gli usi irrigui. L’attuale criticità della situazione, dovuta alla perdurante mancanza di precipitazioni e all’arrivo anticipato della stagione calda, con un maggior utilizzo della risorsa idrica per uso agricolo – spiega ancora l’Assessore - ha reso ancor più necessario e urgente intervenire per cercare di risparmiare acqua. E’ una situazione che seguiamo con molta attenzione, tant’è che già a dicembre, preso atto della scarsità di precipitazioni autunnali, abbiamo chiesto all’ENEL e ai Consorzi di Bonifica di ridurre al minimo i consumi e accumulare acqua negli invasi montani. La risposta allora è stata positiva e siamo riusciti ad invasare oltre 70 milioni di metri cubi, aiutati anche da un marzo piovoso. Speriamo che anche adesso la risposta sia positiva - continua l’Assessore - ed improntata al senso di responsabilità che sinora ha caratterizzato tutti i soggetti coinvolti.” A questo proposito evidenzia che una riduzione è gia stata possibile grazie alla realizzazione di numerosi interventi di riconversione del sistema irriguo, da scorrimento a quello a pioggia, e che un sempre migliore utilizzo delle risorse, nonché l’eliminazione degli sprechi, sarà possibile con  un’ulteriore implementazione di opere di questo tipo. “Dopo anni di inutile attesa, finalmente, nella finanziaria statale sono stati previsti i fondi del Piano Irriguo Nazionale. Per difendersi da situazioni di crisi idrica, precisa l’Assessore, non basta affidarsi ad interventi emergenziali, si devono attuare opere strutturali che consentano di accumulare acqua e ridurre i fabbisogni. Voglio ricordare come siano in corso due studi di fattibilità per individuare, nei bacini del Piave e dell’Adige, siti ove realizzare bacini di accumulo ai fini irrigui, utilizzando ex cave dimesse, creando complessivamente per ogni fiume una riserva di 50/60 milioni di metri cubi d’acqua. In questa fase - prosegue - è molto importante continuare a monitorare costantemente l’evolversi della situazione e, ad un tempo, costruire un programma delle prossime azioni da porre in essere, e in questo senso  l‘ARPAV ha già cominciato a predisporre, su scala mensile, un rapporto sulla consistenza della risorsa idrica nel Veneto, mentre è assidua la partecipazione regionale alle riunioni indette dalle Autorità di Bacino e Prefetture per la valutazione della situazione. Comunque - conclude con un appello l’Assessore regionale -  è necessario che al superamento delle possibili situazioni critiche concorrano tutti, con senso di responsabilità e spirito di collaborazione, consci che l’acqua è un bene di tutti e che la sua tutela supera qualunque confine amministrativo.”